Il Cristallo della Pace * Extracts (Verso Thoram * Toward Thoram)

La sala si trovava nella semioscurità, gli unici raggi di luce penetravano come lame di spade affilate attraverso uno spiraglio di pochi millimetri tra il pesante tendone ed il muro. L’odore che aleggiava nell’aria era particolare, ricordava quello delle cripte di antichi templi, richiamava alla mente il puzzo… della morte.
Da qualche parte, si udì l’eco di un grande gong e dall’intensità del suono prodotto si potevano dedurre le enormi dimensioni della sala. A poco a poco un brusio ovattato, proveniente dal profondo del locale, riempì l’aria. Dopo qualche attimo il mormorio si fece più nitido permettendo di riconoscere voci umane che conversavano sommessamente in una lingua non comune, un idioma atavico o forse segreto.
-Benvenuti, Saggi di Thoram. Vi ricordo che siete stati convocati con urgenza poiché i tempi sono maturi e dobbiamo agire con estrema rapidità. Sono giunte voci che il  Grande Cristallo è stato riportato alla luce di Helios…- la voce roca si zittì per qualche secondo mentre esclamazioni di stupore si levarono dall’assemblea. -Silenzio! Vi esorto al silenzio!- il tono si fece più energico ed autorevole, poi si udì nuovamente il suono del gong.
-L’oracolo ha annunciato che il Predestinato lo ha restituito agli dèi protettori del pianeta Terra. Quindi sono convinto che ciò è avvenuto grazie all’interazione di Eleunam… e della Confraternita dei Quattro Elementi-.
Nuovamente dal pubblico si levarono esclamazioni concitate, mentre il fragore divenne assordante. Una voce di donna, stridula e molto severa annunciò: -Ho ascoltato quanto ci hai riportato, Balthor. Certo a nulla è valso l’intervento del tuo fido Anthropos! Con la forza del Grande Cristallo Eleunam avrà richiamato sul pianeta il Sommo e conferito con lui. Tutti noi sappiamo cosa ciò significa… ma per quanto detto dall’Oracolo il Predestinato non è altro che un bimbo. Non sarà difficile sopprimerlo, affidiamo dunque questo compito ad Anthropos così potrà riscattare la sua precedente disfatta-.
Uno strano silenzio si distese come un velo pesante su quel luogo di oscurità, la voce d’uomo che era stato identificato come Balthor continuò: -Non siamo gli unici ad avere interessi in questa faccenda, Metbasse. E questo lo sai dacché più volte ne abbiamo personalmente discusso! Tu per prima cerchi da secoli il Cristallo, convinta che possa portare ancora più forza alle tue arti magiche e divinatorie. Credo che i presenti già ti riconoscono come la più  potente delle maghe di Thoram. Personalmente potrei argomentare circa la frenesia che ti spinge ad essere così insaziabile. Questa volta però mi devi ascoltare attentamente. I miei informatori mi hanno riferito che c’è un gruppetto di terrestri dalle fattezze orientali, che stanno inseguendo il bambino e gli adulti che lo accompagnano. Ma il loro scopo è un altro, almeno credo, poiché l’Oracolo ci ha informati che il bambino e gli adulti sono in possesso di altri oggetti magici di grande potere. Se questi orientali inseguono il gruppo, avranno magari altre ragioni, forse anche molto simili alle tue Metbasse. Non è forse ora più importante scoprire quali sono i piani di Eleunam e che cosa cercano questi orientali? La forza della Confraternita già la conoscete, sapete quanto alti sono i tributi pagati da chi cerca di nuocerle per il nostro tramite-.
Balthor indietreggiò di qualche passo mentre con occhi di brace osservava i visi dei presenti, prese dalle mani di un giovane adepto una fiala e con un gesto ritualistico gettò nell’aria il contenuto. La polvere s’illuminò dapprima lievemente poi in un secondo tempo assunse tonalità violacee mentre una figura prendeva lentamente sembianza corporea. Metbasse protestò a gran voce: -Balthor, lascia giacere il Potere antico! Non necessitiamo il Suo aiuto, siamo perfettamente in grado di ovviare da soli ai pasticci che abbiamo generato. Sai esattamente qual è il prezzo che ci costerà l’invocare la Sua protezione-.
Dalla luce giunse un sogghigno beffardo quindi una voce mielosa e delicata rispose alla maga: -Ma salve a te, mia preziosa discepola. Constato che nei secoli non hai modificato il tuo atteggiamento nei miei confronti-.
La risata si fece insistente mentre la creatura finì la sua trasformazione: il suo pelo appariva candido e soffice, gli arti erano lunghi e sembrava sfiorassero appena il pavimento sottostante, il suo capo era aggraziato e due occhi di raro fascino apparivano come smeraldi incastonati in una corona. Un lupo. Oppure un umano dall’aspetto di lupo.
-Ha ha ha Metbasse, non essermi ostile, suvvia. La grande clessidra è stata testimone del passaggio di molte ere. Constato che la tua veemenza ed ostinazione sono rimaste immutate. Un giorno mi spazientirò e perderò la calma che ostento nei tuoi confronti. Sei permalosa e maligna, ti credi la più potente e la favorita, ma è giunto il momento che tu sia rimessa in riga. Balthor, non sono venuto solo perché mi hai invocato… lo avrei comunque fatto!-
Per qualche attimo regnò un profondo silenzio, tutti erano consci che non si doveva inveire contro Nisibis. Ogni sua parola era metaforica e nella pura sostanza anche Metbasse si sentiva già annichilita. Ma la maga era troppo orgogliosa per zittirsi ad oltranza: -Benvenuto a te, potente Nisibis. Forte quanto il venerato fiume che scorreva sotto le tue antiche mura, se la mia conoscenza della storia antichissima del pianeta Terra non mi sfugge. Non essere permaloso suvvia, senza dimenticarti che più volte mi hai “assecondata” con la tua presenza… e viceversa-.
Metbasse era malefica e si era resa conto che l’apparizione si trovava all’interno del Cerchio Magico e che, in sostanza, Nisibis non poteva uscirne come non poteva utilizzare la sua malizia contro di lei.
-Non ti sarai per caso dimenticato di tutte quelle volte che ho soddisfatto la tua sete di sangue! O mi sbaglio? Ammetto che forse questa volta potremmo necessitare davvero il tuo aiuto, varcare le Dimensioni non è così privo di difficoltà. E tu, o Potente Nisibis, sai quanto necessitiamo il Grande Cristallo-.
Apparentemente Balthor aveva lasciato che  la maga esprimesse in sua vece la richiesta, ora egli esulava dall’impegno che tale atto esigeva. Quindi, portandosi nuovamente al centro della sala, aveva iniziato a camminare attraverso il mosaico che raffigurava un  pentagramma simile a quello rappresentato nella cabala. Ma l’evocazione fu rapida nella sua risposta: -Molto perspicace Balthor, mi compiaccio della tua acuta furbizia sebbene ti sei comportato da pusillanime -. Girandosi lentamente verso la maga, Nisibs iniziò nuovamente a cambiare la sua forma metafisica tra lo stupore e mormorio dei presenti. – No, malefica Metbasse, mi dispiace deludere le tue speranze. Il Cerchio Magico non ha più nessun potere su di me! Ah ah ah… pensavate davvero che potesse influire sulla mia Forza? Quanto poco conoscete la portata delle mie arti magiche. Nulla mi può fermare, una volta evocato solo il sacrificio di sangue umano può redimere la mia presenza dalla dimensione di Thoram. Ora sono qui… e qui rimango. Mi avete chiamato perché sapete che senza il mio aiuto non potete recuperare il Grande Cristallo, senza il quale le porte della Dimensione dove siete stati confinati dal Sommo Moota resterà chiusa. Non c’è più sollazzo per voi tutti, qui confinati. Ah ah ah, irretiti nel tempo e nello spazio, eone dopo eone, fino a quando la comparsa di Saoshyans o di Maitreya oppure il secondo ritorno del Gesù venerato sulla Terra, riaprirà la moltitudine delle Dimensioni. Voi che vi definite Saggi, siete coscienti che il successo e il fallimento nella vita terrestre dipendono dalla capacità di realizzare il destino, che potrebbe essere in armonia con il fato ma potrebbe anche non esserlo. Il destino è qualcosa di attivo, mentre il fato in un certo senso è passivo. Il destino è quindi legato al concetto di volontà personale come fonte di scopo e si manifesta nell’individuo sotto forma di ambizione… non tutti gli umani sono stati risvegliati allo scopo della loro anima… per poter realizzare il proprio destino. Ed è per questo che necessitano del Grande Cristallo, il loro scopo è nobile, lo ammetto. Non desiderano acquisire maggiori potenze malefiche – e dicendo ciò Nisibis si girò in direzione di Metbasse guardandola con occhi infuocati d’ira. – Gli umani stanno ora soggiacendo a ciò che accadde in altre dimensioni, ciò che è accaduto a Thoram, ciò che accadrà in infiniti altri mondi. L’eterna lotta del Bene contro il Male-.
Con marcato stupore dei presenti, il concetto era stato ponderato da Nisibis non per aizzare ed istigarli ma bensì per permettere loro di “comprendere”. Nuovamente il silenzio era diventato come una coltre di neve su teneri germogli, nessuno nell’assemblea dei saggi osava proferire parola. La presenza di Nisibis aleggiava ora nella sua completa sostanza, ogni particella era permeata dalla sua forza persuasiva, persino Metbasse si era finalmente zittita.
– Allora? Qual è lo scopo del tuo sermone? – intervenne finalmente Balthor. La figura di Nisibis si stagliava ora nel raggio di luce che penetrava all’interno della sala. Il cambiamento metafisico era completato. Appariva grande, di sembianze proprie della natura umana, i suoi capelli erano dello stesso colore della notte vagamente brizzolati ai lati delle tempie, il suo carnato era trasparente e latteo, solo gli occhi erano rimasti gli stessi che poco prima appartenevano al lupo. Come per magia, una fievole luce si diffuse permettendo ai presenti di osservare con nitidezza i particolari. Non appariva maligno, bensì benevolo. Una sorta di stregone potente che nei secoli aveva affinato la sua arte oratoria, che aveva acquisito grado dopo grado, le sette iniziazioni per raggiungere infine la consapevolezza e penetrare il Logos. Nisibis aveva separato la terra dal fuoco, l’inafferrabile dall’ovvio. Egli non era più  imprigionato nel ciclo di vita, morte e rinascita.
-Ora, impegniamoci a dare una ragione alla richiesta di Metbasse. Perché desiderate venire in possesso del Grande Cristallo?- chiese Nisibis con tono perentorio mentre scrutava con severità tutti i Saggi presenti. -Non dovete dimenticare la ragione per la quale siete confinati a Thoram… e neppure sottovalutare la possibilità che vi è stata donata dal Sommo… di riscattarvi e passare attraverso l’ultima Porta!- Nella grande sala il silenzio divenne gelido, come pure parve modificarsi la struttura molecolare dell’aria nella quale aleggiavano queste ultime parole dello stregone. “Riscattarvi e passare attraverso l’ultima Porta!”

(prima bozza  🙂   capitolo XV del romanzo Il Cristallo della Pace, continuazione de’ Il Kumihimo del Sole)

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