Thanatos

Scorre l’acqua. Con essa il tempo, che solo lascia tracce sul mio corpo, nel mio spirito. Mentre i ricordi, indelebili riemergono nei sogni della notte sempre troppo lunga.Ricordi? Le lunghe passeggiate lungo il mare dove le onde portano sulla spiaggia le minuscole conchiglie dalle forme così strane…Stavamo per ore a sognare, guardando l’azzurro infinito ed i bordi biancastri d’onde vigorose che s’infrangevano contro la barriera corallina.Anche ora mi sembra che tutto seguiva un disegno preciso: io e te in un paradiso terrestre. Il nostro Eden, scoperto per caso durante una gita in barca a vela.

Mi hai sempre riempita di dolcezze, mi hai plasmata con la tua tenerezza infinita… ed io affogavo nel verde dei tuoi occhi da gatto.

– Chi sei? – avevi sempre voglia di scherzare, quando con serietà me lo chiedevi. La tua mente correva sempre troppo veloce, come quando tiravi al massimo le scotte e prendevi le onde di punta. Ti piaceva il mare. Mi paragonavi al tuo mare che scoprivi centimetro dopo centimetro, mentre con mani tremanti percorrevi le insenature del mio corpo per raggiungere la tua spiaggia proibita.

Eri come la risacca, nel plenilunio, quando l’amore assumeva i contorni del tuo grande corpo sul quale la luna si rifletteva in guizzi argentei. Mi apparivi immenso, ed io così piccola e fragile. Ma eri dolce. Dal sapore di mare, gusto di sale che si fermava ai lati della bocca, sulle labbra umide e calde che ti attendevano palpitando.

– Dove andrai, un giorno, quando ti sarai stancata del mare? – avevi sempre voglia di sognare. Ignaro che io adoro sempre il mare, come adoro il cielo, e la terra, come pure non posso vivere senza il fuoco.

Lo stesso fuoco che provo dentro, al solo pensare a quei momenti, al verde delle praterie riflesse nel tuo sguardo innamorato. Siamo ritornati diverse volte su quella spiaggia, sapevamo che bastava così poco per riuscire a stare insieme in cielo, sulla terra e nel mare. Eri bellissimo, affascinante… quando poi aggiustavo la cravatta dell’uniforme sempre mi prendevi in giro: – Guarda che ti controllo, da qui. Oggi non hai molti passeggeri ed io, non scordarlo, sono sempre il tuo superiore! –

Sentimenti condivisi a diecimila metri, mentre la velocità smorzava le distanze tra i continenti e nuove frontiere si aprivano davanti a noi.Era amore. Un sentimento di pura follia. Entrambi consapevoli che tutto era come in un sogno. Come il capodanno ad Hong Kong e la luna di miele a Sidney… mentre l’acqua scorreva e con essa il tempo.

– Mi amerai per l’eternità? – chiedevi con voce rotta dall’emozione stringendomi forte contro il tuo corpo. Ricordo il morbido dei tuoi capelli corvini, mentre con le dita giocavo con la tua nuca con labbra che cercavano le tue.

– Fino a che la morte non ci separerà – ricordo d’averti risposto…

©Claudine Giovannoni

 

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