Era un giorno di fine inverno come tanti altri, l’aria del mattino era ancora frizzante e il sole aveva iniziato a lambire i rami fioriti del calicanto. Dietro casa, Marianna aveva raccolto della salvia e un rametto di rosmarino che le sarebbero serviti per cucinare il pranzo.
Lo sguardo della donna correva lungo il tracciato del sentiero che conduceva alla strada principale, era deserto. Sorridendo realizzò che stava volentieri all’esterno, a respirare l’aria a pieni polmoni, dopo il rigido inverno passato in casa al capezzale del marito.
Aveva pregato, a volte pianto, ma sempre senza farsi vedere da lui, non voleva renderlo ancora più triste. I figli erano passati di tanto in tanto, sempre di fretta, con i loro impegni che li vincolavano in città così lontane.
Per Natale avevano ricevuto una bella sorpresa, la gatta Gaia aveva partorito quattro gattini rendendo la famiglia più numerosa. In assenza dei figli erano i gatti a fare loro compagnia e anche se ne possedevano già cinque, anche questi piccoli batuffolletti rossastri erano rimasti con loro.
Marianna ripensava al giorno dell’incidente nel quale Giacomo, cadendo dalla scala di casa, si era fratturato entrambe le gambe.
“Poteva andare peggio”, le aveva ripetuto l’infermiere dell’ambulanza; “poteva spaccarsi l’osso del collo”, si continuava a ripetere Marianna mentre aiutava il marito a cambiare di posizione per evitare ferite da decubito.
Non aveva voluto lasciarlo all’ospedale, le cure sarebbero costate troppo e le loro finanze non avrebbero potuto permetterlo, poi a casa lo avrebbe potuto accudire con maggiore facilità. Quanti mesi erano trascorsi? Cinque?
Poco dopo, Giacomo la chiamò con la voce che mostrava una certa agitazione, Marianna corse nella stanza da letto e se lo trovò dinanzi, in piedi, appoggiato alle stampelle. Le sorrideva, poi con un cenno della testa le indicò il letto:
– Sono per te Marianna. Tanti auguri… oggi è il tuo compleanno, non me ne sono dimenticato. Volevo farti una sorpresa! Ho aspettato che tu ti allontanassi…
La donna raccolse i rami di calicanto. Con le lacrime agli occhi, gettò le braccia al collo del marito.
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The woman’s gaze ran along the route of the path leading to the main street, it was deserted. Smioing she realized that she was happily outdoors, to deeply breathe the air, after the harsh winter spent at home at the bedside of her husband.
For Christmas they had received a nice surprise, the cat Gaia had given birth to four kittens making the family larger. In the absence of the children they had the cats to keep them company and although they already had five, even these small reddish wads stayed with them.
“It could have been worse,” had repeated to her the ambulance attendant; “he could break his neck,” she kept repeating Marianna as she helped her husband to change position to avoid injury from pressure sores.
She had not wanted to let him at the hospital, the treatment would have cost too much and their finances could not afford it, then scould look after him at home more easily. How many months had passed? Five?
Shortly after, Giacomo called with the voice showing some agitation, Marianna ran into the bedroom and she found him standing, leaning on crutches. He smiled, then with a nod of the head pointed to the bed:
The woman picked up the branches of calycanthus. With tears in her eyes, she threw her arms around her husband’s neck.