Dar es Salaam
Le destinazioni per l’Africa erano molteplici. La suddivisione geografica era:
nord Africa (servita con il DC-9/MD-80);
Africa dell’Ovest (con il DC-10, inseguito dall’A310 Intercontinental o A320);
Africa centrorientale Karthoum/Sudan, Nairobi/Kenya, Dar es Salaam/Tanzania e Harare/Zimbabwe (con il DC-10 in un secondo tempo con l’MD-11);
Johannesburg e La Città del Capo facevano parte di una rotazione a sé anche servita con il DC-10 fino all’arrivo del MD-11. Questa rotazione era ambita poiché inizialmente durava una settimana. Ricordo che la pianificazione delle “rotazioni”, variavano parecchio… a differenza del fattore tecnico (tipo di aereo) o di lay-over (flight duty time in accordo con le regolamentazioni in vigore).
Su Dar es Salaam si rimaneva stazionati anche per ca. una settimana, ma a causa della malaria non era una meta ambita! L’albergo era costituito da bouganlow, senza acqua calda!
Era molto frequente che altre inconvenieze subentrassero a disorientare (specialmente le colleghe dalle lunghe unghie.. che non potevano stare senza trucco neppure in spiaggia…). Mi riferisco ai topini che avevano fatto le loro tane nel muro di pietra-a-secco, oppure ai grossi scarafaggi che di divertivano a fare capolino dagli scarici delle docce e lavandini! Non era pertanto un fatto straordinario di ricevere DAR a go-go dalla Riserve-duty… e ciò metteva appunto di cattivo umore quelle colleghe che proprio lì si sentivano tutt’altro che a loro agio!
L’altro fattore negativo: bisognava cucinarsi da se i pasti!!
La Swissair ci forniva, gratuitamente, tutta una serie di vettovaglie sufficienti a farci “anche ingrassare”… ma se per sfortuna non c’era nell’equipaggio un paio di hobby-cooks, la cosa si metteva male!
Aragoste freschissime, pescate da un mare cristallino….
Non nascondo che quelle 4 o 5 volte che mi è toccata DAR, mi sono sempre offerta di cucinare per tutti… almeno ero sicura di quello che mettevo in pancia! Essendo a capo della cambusa, non dovevo effettuare altri “lavoretti”… che con non poco sarcasmo lasciavo alle colleghe con rossetto ed unghie finte!
Pelare patate o tritare cipolle diventava una “pièce teatrale”: – oh mein Gott es brennt die Augen… hat jemandem eine Nagelfeile? … Scheiss, ich hab mir den Finger geschnitten… –
Poi sul volo di ritorno, con candido sorriso da Responsabile di Cabina, suggerivo alle donzelle di “cambiare sovente i cerotti” che non facevano bella vista sotto i nasi dei passeggeri!
Ricordo con un sorriso i visi dei bimbi del posto… sempre felici di poterci correr in contro!
In cambio di cibo o indumenti, ci aiutavano nelle maniere più disparate… facendo la “guardia” al nostro asciugamano, aiutandoci a sbucciare patate in cucina oppure raccogliendo conchiglie e sassolini.
Durante le rotazioni su Dar es Saalam, avevamo il supporto dei “Foxs”. Poliziotti che per un periodo di 2-3 mesi, erano stazionati a DAR per i controlli dell’aereo e passeggeri prima dell’imbarco. Con loro, potevamo organizzare anche dei Saffari (nel riquadro) la Land Rover a disposizione.
Con queste “fragili” imbarcazioni, i locali si avventurano in mare per la pesca.
Vi sono anche stati dei colleghi che hanno “joined the party” in seguito hanno raccontato la loro allucinante avventura… questa la ragione più ponderata, per evitare di fare un bagno fuori programma in un mare infestato da pescioloni con una strana pinna dorsale…