Novela Mala Vida – di Claudine Giovannoni
Il ritmo iniziale pacato e sereno, ci riconduce nel tempo facendoci assaporare momenti di vita contadina tipici del territorio svizzero al sud delle Alpi, che l’autore definisce per antonomasia “Insubria”. Il temine “Insubria” utilizzato da Bassi, è da considerarsi una definizione risalente all’ultimo decennio, che sta a definire la zona che si estende dal confine nord del cantone Ticino, ingloba il Grigioni italiano, le province di Como – Lecco – Novara – Pavia – Varese e quella del verbano-Cusio-Ossola.Gli insubri della Regio Insubrica, era la popolazione he si stanziò in epoca protostorica nella regione compresa fra il fiume Po e i laghi prealpini (Verbano, Ceresio, Lario) a partire dal IV secolo a.C. di cui Tito Livio attribuisce la fondazione di Milano. Con questa definizione, viene data maggiore ampiezza ed il confronto nei suoi scritti assume una valenza “globale” di avvicinamento geo-politico alla nazione con la quale il piccolo cantone Ticino confina a sud: l’Italia.Le vicende di una famiglia proprietaria terriera, i cui campi sono adibiti all’agricoltura o alla pastorizia, viene narrata nei più piccoli dettagli.
Come per la famiglia Castenazzi, in quegli anni di traslazione dove le genti sono state confrontate con l’espatrio per la ricerca di un migliore benessere finanziario, molte famiglie si sono lasciate anche “ingolosire” dai facili guadagni, non sempre di onesta virtù. Molti hanno ceduto le proprie terre in cambio di sogni di ricchezza, altri hanno finito con l’ipotecarle per ricevere dalle banche dei prestiti monetari con interessi molto alti.
Gli eventi si susseguono ad un ritmo sempre più incalzante, nel quale i protagonisti si trovano invischiati in vicende rocambolesche e insidiose. Da truffa in truffa (dalla padella alla brace) i fratelli si devono districare anche a livello giudiziario. Traffico d’automobili rubate con l’Albania, commercio di sangue di provenienza non conforme alle norme sanitarie (da Adis Abeba), tentato furto di opere d’arte dalla casa di un vicino… solo per citarne alcune.
La storia diventa complessa man mano che gli eventi assumono una dimensione internazionale. Lo zio che vive in Argentina, il desiderio di uno dei fratelli di riscattarsi lontano dalle delusioni sul territorio natio… per poi trovarsi impegolato nel bel mezzo di una relazione platonica con la figlia di un narco-trafficante Boliviano… e questa sarà poi la sua rovina che lo porterà ad uccidere a sangue freddo con un fucile d’assalto in dotazione militare svizzera, un connazionale legato affettivamente alla donna.
Il finale, triste che ti lascia una sensazione di vuoto dentro, di un cappio attorno ad un ramo di castagno, dove l’altro fratello mette fine alla sua rovinosa ed esasperante vita, con l’ultimo pensiero natalizio rivolto alla sorella Susanna.